La Sezione Aurea nell’Acropoli di Alatri

Alatri è un piccolo comune di circa 30.000 abitanti situato nella provincia di Frosinone nel Lazio. E’ famosa per la sua acropoli con le sue mura megaliche che risalirebbero al I secolo a.C.

 

L’Acropoli di Alatri è stata costruita secondo i canoni della Sezione Aurea (o divina proporzione): il valore del rapporto che esiste tra tutte le sue misure è sempre 1,618, quello che è conosciuto come “Numero d’oro”.

Questo rapporto particolare suscita una sensazione di armonia ed è lo stesso sul quale sono costruite le proporzioni del corpo umano e le forme del mondo animale e vegetale.

La sezione aurea è anche stata usata ampiamente in pittura: in molti quadri, soprattutto nel Rinascimento, questa proporzione veniva usata moltissime volte all’interno dell’opera. Ne “L’uomo vitruviano” Leonardo stabilì che le proporzioni umane sono perfette quando l’ombelico divide l’uomo in modo aureo.

Costruire secondo questi canoni, nell’antichità veniva considerata di buon auspicio per l’Opera in corso di realizzazione.

La Sezione Aurea era già conosciuta dagli Egizi che l’avevano scoperta e applicata nella costruzione della Piramide di Cheope. Se si misura la distanza fra la punta della piramide e il centro di un lato della base quadrata, si nota che questa distanza e esattamente 1,618034… volte la distanza fra il centro della piramide e il centro di un lato (Geometria della Piramide di Cheope dell’Ing. Christian Lange).

 

 

La Nostra Acropoli, costruita intorno all’anno 1000 a.c., è in realtà un Trattato sulla Sezione Aurea.
Tutta l’Acropoli infatti, anche se in pianta appare come un poligono irregolare messo lì quasi a caso, è stata costruita con un disegno precisissimo.

 

 

Se analizziamo la piantina constatiamo che non c’è nessuna parte di essa che non sia stata realizzata seguendo i canoni della Sezione Aurea:
G – T altezza de triangolo isoscele EGD è la Sezione Aurea del segmento E – D;
G – H è la Sezione Aurea della diagonale C – B;
C – E è la Sezione Aurea di L – B;
BP – E è la Sezione Aurea di D – B (quindi la porta Maggiore è sulla Sezione Aurea della Parete sud-est);
C – G è la Sezione Aurea di G – B;
C – P1 è la Sezione Aurea di C– G (quindi la porta Minore è sulla Sezione Aurea della Parete nord-ovest);

Le due Porte sono costruite secondo i canoni della Sezione Aurea (la documentazione scientifica è consultabile nella pubblicazione “Aletrium” del Prof. Mario Ritarossi).

Non credo che al mondo ci sia qualcosa di simile!

 

Il Mistero dell’Acropoli di Alatri

Secondo la leggenda, la città di Alatri, in provincia di Frosinone, a pochi chilometri da Fiuggi, nacque da un raggio di sole il 21 giugno dell’anno Mille (?).  E il 21 dicembre il sole raggiunge l’ultimo scalino della Porta Minore.

E’ una storia meravigliosa, degna della nostra amica stella Sirio.

 

Secondo don Giuseppe Capone, nel suo libro La Progenie Hetea (1982) è assai probabile che Alatri fu fondata dagli Hetei, Ittiti della Mesopotamia, che hanno raggiunto l’Italia lasciandosi dietro una serie di costruzioni del tutto simili all’Acropoli di Alatri. Ma potrebbe anche essere  stata raggiunta dai troiani dopo il famoso scacco del cavallo. E’ comunque sicuro che la sua nascita è intimamente legata alla data del 21 giugno, il solstizio d’estate. Le ultime scoperte di Ornello Tofani hanno qualcosa di entusiasmante.

“Non si conosce la data esatta della costruzione della città, ma il 21 giugno ed il raggio di sole hanno un’attinenza precisa. Infatti, la città fu costruita con precisione millimetrica, basandosi sul percorso del primo raggio di sole del 21 giugno (solstizio d’estate). In quella data il sole sorge nell’angolo nord-est del muro orientale dell’Acropoli. Dopo questo giorno il sole si sposta ogni giorno più a Sud fino al 21 dicembre, data in cui raggiunge l’angolo più a Sud della stessa parete. C’è da perdere la testa a seguire tutte le precisissime misure che collegano l’Acropoli alle varie porte e portelle che circondano la città. I numeri riportati da don Capone, sono tutti divisibili per nove. Un’ altra caratteristica particolare è la forma della cinta muraria, costruita riprendendo a modello la costellazione dei Gemelli.”

 

Guardate la pianta dell’Acropoli e ritrovate la costellazione dei Gemelli, le misure che collegano le porte e le altre due cinta di mura dal punto che viene colpito dal sole all’alba del 21 giugno,  rispettano  sempre la Sezione Aurea. Così come le misure della  “Porta Maggiore”, che si apre sul lato meridionale dell’Acropoli,  alta 4,5 metri e larga 2,68. Costruita da ignoti artefici, mediante la sapiente sovrapposizione di otto enormi massi sormontati da un architrave monolitico lungo circa 5 metri del peso stimato di almeno 27 tonnellate.

 

Anche la “Porta Minore”, detta “dei Falli”, non è meno incredibile. Il suo architrave monolitico, con scolpiti i tre falli apotropaici che le danno il nome (semicancellati nel Medio Evo), è lungo 3,50 metri. Sullo stesso architrave e su un monolite adiacente sono state individuate alcune scritte di difficile decifrazione, in una lingua, forse riconducibile all’Osco, visibili solo in certe condizioni di luce.

 

Orbene, un nostro amico, studioso, scrittore ed editore alatrense, Ornello “Paolo” Tofani, uno dei migliori indagatori dei misteri della propria città, sta effettuando incredibili scoperte: Un simbolo nella roccia databile intorno al 1000 a.c. e una scala calendario della Porta Minore.

Sopra una delle pietre megalitiche dell’Acropoli OrnelloTofani, assieme al prof. Gianni Boezi, ha rinvenuto un esemplare del simbolo della “Triplice Cinta”. “Graffito del quale mai finora si era avuta notizia. Il disegno non è visibile pienamente alla luminosità diurna” spiega Tofani “Sembra cancellato dallo scorrere dei secoli, reso quasi tutt’uno con la roccia. Lo abbiamo scoperto di notte, mentre cercavamo un punto adatto per effettuare le riprese di un documentario sulle relazioni archeoastronomiche della pianta di Alatri”.

 

L’aspetto più intrigante della scoperta “è la sua posizione, la sua collocazione e la sua consunzione”  secondo il quale, la “Triplice Cinta” sarebbe da mettere “in relazione al moto del Sole, verosimilmente si tratterebbe di una sorta di cronografo solare di un tempo ciclico. Incardinato sul flusso temporale degli Equinozi e dei Solstizi”.

L’altra scoperta che sta compiendo proprio in questi giorni, grazie all’aiuto di una simulazione al computer è ancora più stupefacente. Sembra che il 21 giugno venisse illuminato il primo gradino della scale della Porta dei Falli, poi man mano, con il passare delle settimane si illuminerebbero gli altri scalini, fino al  21 dicembre, allorquando il sole raggiunge la sottostante Via Gregoriana. Un calendario Solare?

L’ipotesi, che ci ricorda Egizi e Maya, ha qualcosa di stupefacente, non solo perché darebbe tutta una nuova connotazione storica alla città di Alatri, ma ci riporterebbe ancora a ragionare come la conoscenza del cielo e delle stelle dei nostri progenitori sia, malgrado la nostra scienza, a noi ancora sconosciuta.

Per le feste di Natale fate un bella passeggiata ad Alatri!